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REPowerEU: il piano europeo per accelerare la transizione verde

30/01/2023

L’invasione della Russia in territorio ucraino ha risvegliato in molti, analisti, politici o semplici cittadini, l’idea di una rottura con il passato. Il mondo in cui i rapporti economici stringenti e l’interdipendenza finanziaria fungevano, da un lato, da deterrente, e, dall’altro, da strumento di avvicinamento fra i popoli, è parso sull’orlo della fine.

In particolare per l’Unione Europea, che negli anni ha visto crescere la propria industria grazie alle ingenti importazioni energetiche proprio dalla Russia. Un cigno nero che ha costretto l’Europa, Germania in primis, a ripensare in brevissimo tempo un sistema di approvvigionamento fino a quel momento sbilanciato verso Mosca. Da qui, oltre che dal desiderio di decarbonizzazione, nasce il REPowerEU.

Alla base del REPowerEU: investire per la decarbonizzazione

Il REPowerEU è il piano della Commissione Europea per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi, accelerare la transizione verde e gli investimenti nelle tecnologie rinnovabili.

Il Piano Europeo per l’Energia, in vigore da marzo 2023, si fonda sulle proposte del pacchetto “Pronti per il 55%”, il progetto comunitario che prevede una riduzione pari almeno al 55% delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050, in linea con il Green Deal europeo. Il REPowerEU punta sulla diversificazione delle fonti, assieme a una diffusione più rapida delle rinnovabili e la promozione di comportamenti virtuosi per la riduzione dei consumi di cittadini e imprese.

Tuttavia, il cambiamento dello scenario geopolitico e le conseguenti modifiche ai vari Piani di ripresa nazionali hanno mutato la natura del REPowerEU, che resta pur sempre incentrato sulla transizione green

ma con importanti integrazioni legate a economia reale e imprese. Una differenza visibile specialmente nel caso italiano.

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Il REPowerUE in Italia

Il rapporto fra l’Italia e il REpowerEU rientra in una logica non solo progettuale per il futuro ma anche di dialettica politica. Se è vero che, fin da subito, il PNRR ha avuto una forte impronta green, con una percentuale delle risorse assegnate alla transizione ecologia superiore a quanto raccomandato dalla stessa UE, il capitolo dedicato al REPowerEU è stato inserito e modificato nell’ambito di un dibattito fra Roma e Bruxelles sulla revisione del Piano di ripresa italiano. Al di là di ogni ragionamento politico, figlio dello spirito del tempo e delle circostanze,

il nuovo REPowerEU italiano prevedeva, nella sua forma primaria, spese per 19,2 mld di euro, delle quali la Commissione ha approvato

poco più di 11 mld. Ad oggi, il capitolo include 5 nuove riforme, 5 investimenti rafforzati (basati su progetti esistenti) e 12 nuovi investimenti. Inoltre, è prevista l’assegnazione all’Italia di ulteriori 2,8 mld di euro di sovvenzioni a fondo perduto, dei quali Roma riceverà 500 mln di prefinanziamento in tempi brevi.

Misure che aumentano l’ambizione green del PNRR: la nuova versione, approvata dalla Commissione UE, assegna il 39,5% dei fondi al sostegno di obiettivi climatici, rispetto al 37,5% del piano originale. L’attenzione dei legislatori si è concentrata sul rafforzamento delle reti elettriche (stoccaggio, trasmissione e distribuzione), la sicurezza energetica, la riduzione della domanda e l’intervento sul mercato del lavoro per la creazione delle competenze necessarie per la transizione verde.

REPowerEU: nuovi sostegni alle imprese

Il nuovo REPowerEU prevede il potenziamento di misure già programmate e l’inserimento di nuove voci, legate in particolare allo sviluppo tecnologico delle imprese (Missione M7). Misure che riguardano soprattutto il Ministero del Made in Italy che segnala, come novità principali:

 

  • M1C2-6: Supporto al sistema produttivo per la transizione ecologica, le tecnologie Net Zero e la competitività e resilienza delle filiere strategiche (2,5 mld di euro) M7I13 – Transizione 5.0 (6,363 mld di euro)
  • M7I14 – Supporto alle PMI per autoproduzione di energia di fonti rinnovabili (320 mln di euro)

In totale, la nuova versione del PNRR, incluse le modifiche al Piano ma anche l’introduzione delle nuove voci del REPowerEU, stanzia 12,4 mld di euro a sostegno delle imprese. Di questi, circa 6,3 mld sono destinati al Piano Transizione 5.0, che prevede crediti d’imposta per le aziende che investiranno in beni strumentali materiali o immateriali 4.0, beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo da fonti rinnovabili (ad esclusione delle biomasse) e spese per la formazione del personale in competenze per la transizione verde. Gli investimenti dovranno essere sostenuti tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025 e dovranno produrre risultati misurati in termini di efficienza energetica o risparmio di energia, direttamente proporzionali al beneficio fiscale. Le tipologie di investimento definiscono la suddivisione delle risorse del Piano Transizione 5.0:

 

  • 3,7 mld di euro al Modulo “Energy Efficiency”
  • 89 mld di euro al Modulo “Autoconsumo e autoproduzione”
  • 630 mln di euro al Modulo “Formazione”

Da sottolineare il pacchetto di misure destinate all’agricoltura: 2,8 mld

di euro in più rispetto al precedente PNRR. Vengono aggiunti, da un lato, 2 mld di euro destinati ai contratti di filiera (agroalimentare, pesca, silvicoltura, ecc…) con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra, gli sprechi alimentari e l’uso di pesticidi, assieme a un generale miglioramento dell’efficienza energetica. Dall’altro, 852 mln di euro saranno destinati al potenziamento del Parco agrisolare, con focus su pannelli fotovoltaici, sistemi di gestione smart dei consumi e installazione di accumulatori da parte delle aziende agricole e dell’allevamento.

Contenuti editoriali a cura di Class CNBC

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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