Net-Zero Banking Alliance: opportunità e rischi
La Net-Zero Banking Alliance (NZBA) è un’iniziativa lanciata nell’aprile 2021 e guidata dall’UNEP FI (Net-Zero Banking Alliance – United Nations Environment – Finance Initiative) per coinvolgere le istituzioni finanziarie nel raggiungimento dell’obiettivo globale di azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2050. Questo target è stato stabilito per mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, come previsto dall’Accordo di Parigi.
Alla NZBA hanno aderito numerose banche a livello globale impegnate a ridurre a zero le proprie emissioni di carbonio nette entro il 2050, incluse quelle legate ai loro portafogli di investimento e finanziamento. L’alleanza mira a incentivare pratiche finanziarie sostenibili e a promuovere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Le banche aderenti si impegnano infatti a integrare nel loro business criteri di sostenibilità ambientale, monitorando e riducendo l’impatto climatico delle attività finanziate.
Il ruolo del settore bancario nell’affrontare questa sfida è fondamentale: se è vero che da sole
non possono risolvere la crisi climatica, possono tuttavia agire come parte di un ecosistema più ampio, per sostenere la riduzione delle emissioni di gas serra (GHG) attraverso soluzioni finanziarie in grado di supportare lo sviluppo di un’economia a basse emissioni di carbonio.
Anche Banco BPM ha aderito alla NZBA.
L’adesione all’Alleanza rientra tra gli obiettivi dichiarati nel Piano Strategico e per Banco BPM, già supporter della “Task Force on Climate Related Financial Disclosure”, rappresenta un ulteriore deciso passo nel contrasto al cambiamento climatico, in aggiunta agli altri impegni assunti che prevedono, oltre all’azzeramento delle proprie emissioni nette Scope 1 e 2, il sostegno alle imprese operanti in settori altamente emissivi per realizzare gli investimenti necessari alla transizione climatica.
L’adesione alla NZBA è seguita ad un’attenta analisi settoriale che ha portato a individuare 5 settori prioritari (oil & gas, power generation, cement, automotive e coal) e alla comunicazione dei target che Banco BPM si è impegnata a raggiungere nel 2030 in termini di decarbonizzazione dei propri portafogli crediti e titoli del Banking Book.
Fonte: 2024_06 – Banco BPM ESG Profile
Alla NZBA partecipano attualmente 145 banche e istituti finanziari provenienti da vari Paesi, rappresentando oltre il 40% degli asset bancari globali. Tra le banche aderenti ci sono istituti di rilievo come HSBC, Deutsche Bank, Citi, Bank of America, BBVA, oltre a 9 banche italiane, tra cui Banco BPM.
Ma quali sono i principali obiettivi della Net-Zero Banking Alliance?
– Raggiungere emissioni nette zero entro il 2050: ogni istituzione si impegna a supportare il raggiungimento dell’azzeramento netto delle emissioni di carbonio, allineandosi all’Accordo di Parigi.
– Definire target intermedi al 2030: le banche si impegnano a fissare obiettivi di riduzione delle emissioni a breve e medio termine (al 2030 o prima) per assicurarsi di essere in linea con il percorso verso un’economia carbon-free.
– Sostenere la transizione green: le banche aderenti devono orientare i propri investimenti e finanziamenti verso settori a basse emissioni di carbonio e supportare i clienti nella transizione climatica finanziando le iniziative finalizzate al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
– Trasparenza e rendicontazione: gli istituti devono monitorare e pubblicare periodicamente i loro progressi e i risultati ottenuti in relazione agli obiettivi di sostenibilità, applicando standard riconosciuti per la misurazione delle emissioni e la rendicontazione, così come richiesti anche dalla CSRD.
Tutti questi obiettivi sono tra loro interconnessi e costituiscono i pilastri di un circolo virtuoso che vuole alimentare il percorso di transizione verso un’economia a “zero emissioni”.
L’adesione alla NZBA non è priva di sfide: per contribuire a raggiungere la transizione energetica, le imprese caratterizzate da processi produttivi altamente emissivi devono progressivamente trasformare in modo significativo i propri modelli di business. Questa trasformazione ha un impatto profondo nell’organizzazione in quanto richiede, tra l’altro, la definizione di piani di transizione credibili, l’individuazione di modalità operative che permettano l’implementazione dei piani di transizione, l’adozione di sistemi di misurazione accurati per le emissioni lungo tutta la catena del valore di cui un’azienda fa parte (cd. “Emissioni Scope 3”), il monitoraggio e la disclosure dei progressi ottenuti.
Anche alle banche viene chiesto di integrare i fattori di sostenibilità climatica all’interno della propria operatività, definendo una strategia che eviti di finanziare progetti non in linea con i target di decarbonizzazione dei propri portafogli approvati e comunicati al mercato, , implementando processi interni di valutazione anche di natura creditizia in grado di pesare in maniera corretta le diverse variabili di impatto ambientale che sono specifiche per ciascun settore prioritario, raccogliendo dai propri clienti le informazioni necessarie per monitorare il raggiungimento dei target e per darne adeguata disclosure.
L’iniziativa rappresenta tuttavia un passo cruciale per una banca che punta sulla promozione di un modello di finanza più responsabile e orientato alla sostenibilità.
L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.
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