Leasing strumentale: come funziona
Per un’azienda, attrezzature, macchinari e impianti rientrano tra gli asset più importanti, ma col progredire della tecnologia diventa necessario sostituire periodicamente questa dotazione con una più moderna. In questi casi il leasing strumentale è la soluzione più indicata per l’acquisto di questi beni.
Questa forma di finanziamento ha diversi vantaggi, perché offre flessibilità, agevolazioni fiscali e la possibilità di stare al passo con l’innovazione tecnologica a condizioni molto convenienti. Prima di valutare questa opportunità, bisogna capire anche come calcolare il finanziamento e come funziona.
Cos’è il leasing strumentale
Con il passare del tempo, i beni strumentali di un’azienda diventano obsoleti e si rende necessaria la sostituzione con tecnologie più moderne e al passo con i tempi. Il leasing strumentale è una forma di finanziamento usata dalle imprese per rendere più moderni i beni strumentali utilizzati e di conseguenza migliorare la produttività: con questo prodotto finanziario è infatti possibile acquisire dei beni strumentali atti a migliorare l’efficienza produttiva attraverso il pagamento di un canone periodico, in modo da sopperire all’eventuale mancanza di liquidità immediata e poter dilazionare l’investimento.
Un importante vantaggio previsto dal contratto di leasing è l’opzione del riscatto, che permette all’impresa di acquistare il bene strumentale in questione al termine del leasing, a fronte del pagamento di un importo stabilito in precedenza.
Spesso il leasing di beni strumentali è utilizzato anche per effettuare degli acquisti a condizioni vantaggiose: l’acquisto diretto di macchinari o impianti, infatti, costringerebbe l’impresa a intaccare le proprie riserve di liquidità, affrontando una spesa maggiore rispetto alle rate del leasing. Esistono anche altri vantaggi per l’azienda, come la deducibilità dei canoni pagati e la dilazione del pagamento dell’IVA per tutta la durata del contratto.
Come funziona il leasing strumentale
Questa tipologia di leasing vede coinvolti tre differenti soggetti: l’azienda che intende acquistare il bene, il fornitore di quest’ultimo e la Banca o la società di leasing.
La formula del leasing strumentale prevede che la Banca che erogherà il leasing all’azienda acquisti il bene direttamente dal fornitore e successivamente lo conceda in leasing all’azienda richiedente. L’azienda verserà quindi all’istituto di credito un anticipo che normalmente non supera il 30% del valore del bene e pagherà successivamente dei canoni periodici per il leasing. Esattamente come per un mutuo l’azienda potrà scegliere se avvalersi di un tasso fisso o di un tasso variabile.
In linea generale, la durata massima di un leasing strumentale è di 10 anni, con una durata minima di 3 anni e una durata media che si attesta sui 5 anni, al termine dei quali l’azienda potrà optare o per la restituzione del bene o per l’esercizio del diritto di riscatto a una cifra pattuita alla firma del contratto. In questo modo il vantaggio che ne deriva per l’azienda è duplice: in primo luogo dilazionerà il pagamento del bene senza intaccare la propria liquidità, e in secondo luogo, in base alle proprie esigenze, potrà scegliere se riscattarlo a una cifra più bassa rispetto a quella prevista per l’acquisto diretto.
Tempistiche e requisiti per ottenere un leasing strumentale
Come visto in precedenza, il leasing strumentale ha una durata che va da 3 anni a 10 anni. In genere è un dettaglio che può essere negoziato dalle parti, soprattutto in base alle esigenze dell’impresa che utilizzerà il bene strumentale. Durante questo lasso di tempo l’impresa dovrà corrispondere i canoni all’intermediario finanziario e potrà dilazionare il pagamento dell’IVA. È possibile concordare anche l’erogazione di servizi accessori, come un’assicurazione o la manutenzione.
Le tempistiche per stipulare un contratto di leasing sono piuttosto brevi, infatti nell’arco di 15 giorni è possibile ottenere l’esito della richiesta da parte dell’istituto bancario o della società di leasing.
Per quanto riguarda i requisiti necessari per ottenere un leasing strumentale, l’impresa dev’essere iscritta alla Camera di Commercio e operativa da almeno 12 mesi. Si richiede che sia stato approvato almeno un bilancio d’esercizio oppure che sia stato inviato un Modello Unico all’Agenzia delle Entrate. È importante che la situazione finanziaria dell’azienda non desti preoccupazioni, quindi non devono risultare protesti, ritardi nei pagamenti di prestiti precedenti o difficoltà a gestire le eventuali scoperture del conto corrente, fattori che potrebbero portare al rigetto della richiesta di leasing.
Il tasso e la deducibilità dei canoni del leasing strumentale nel 2023
Il tasso di un leasing strumentale è il parametro principale attraverso il quale verrà determinato il costo del leasing: la Banca d’Italia ha stabilito un tasso massimo applicabile, detto “tasso leasing”, che è pari al tasso interno di attualizzazione per il quale si verifica, al netto delle imposte, l’uguaglianza tra costo di acquisto del bene locato e valore attuale dei canoni e del prezzo dell’opzione finale di acquisto previsti dal contratto. Così come per il mutuo, anche per il leasing è possibile scegliere tra il tasso fisso, con indice l’IRS (Interest Rate Swap) come parametro di riferimento, o il tasso variabile, il cui parametro adottato è l’Euribor a 3 mesi.
Un vantaggio importante che viene offerto a chi sceglie questo tipo di finanziamento è la deducibilità dei canoni di leasing di beni strumentali in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi: visto che si tratta di un bene il cui acquisto è finalizzato all’attività lavorativa, i canoni saranno deducibili sia per la quota capitale che per la quota interessi.
Se in passato il periodo minimo di deducibilità dei canoni era pari alla metà del periodo di ammortamento, ora la deduzione è indipendente dalla durata del contratto: qualora il contratto di leasing fosse di durata pari o superiore a quella minima dell’ammortamento fiscale, la deducibilità dei canoni avrà la stessa durata del contratto; diversamente, se il contratto di leasing avesse una durata inferiore, le quote dei canoni che eccedono la durata minima prevista dal contratto saranno sottoposte a tassazione per tutta la sua durata, per poi essere dedotte sempre nel limite dell’importo massimo deducibile annualmente.
Leasing o mutuo per acquisto immobile strumentale: cosa scegliere?
Quali sono le differenze tra leasing o mutuo per l’acquisto di un immobile strumentale? Le differenze tra leasing aziendale e mutuo in questo caso sono molteplici, e per sapere quale soluzione scegliere è fondamentale avere chiare quale destinazione avrà l’immobile che si intende acquistare, la tipologia di utilizzo e la sua rivendibilità futura.
Il mutuo permette di acquistare un immobile e diventarne proprietari immediatamente con il vantaggio che l’azienda potrà disporne per ogni tipo di utilizzo, effettuare migliorie ed eventualmente venderlo. Anche in termini di tassi, scegliendo un mutuo si avrà accesso a condizioni più vantaggiose rispetto al leasing. Gli aspetti negativi, invece, risiedono nel pagamento immediato dell’IVA sull’intero valore e nella responsabilità diretta dell’azienda per il pagamento degli oneri tributari.
Il leasing permette all’azienda che acquista l’immobile di tutelare la propria liquidità, di pagare l’IVA in base ai canoni e non per il suo intero valore e di poter dedurre il 100% del valore dei canoni qualora l’acquisto fosse strumentale all’attività produttiva. Un altro importante vantaggio del leasing è che il bene non viene iscritto a bilancio, poiché è formalmente di proprietà della Banca che eroga il leasing: in bilancio verranno quindi inseriti solamente i pagamenti dei canoni in conto economico, e non comparirà il debito. Di contro, è necessario tenere in considerazione che un immobile in leasing non può essere venduto né ceduto, ed eventuali modifiche o migliorie andranno preventivamente concordate con la Banca, che ne è di fatto proprietaria.
Non esiste una scelta migliore tra leasing e mutuo, e molte aziende si avvalgono di entrambi gli strumenti: sarà quindi fondamentale, in fase di scelta, valutare attentamente le esigenze della propria attività, tenendo in considerazione non solo l’impegno economico necessario per l’acquisto, ma anche le modalità e le tempistiche con le quali si intende disporre dell’immobile.
L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.
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