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POS obbligatorio: a chi è rivolta la normativa?

POS obbligatorio: a chi è rivolta la normativa?
04/12/2019

Aggiornato il 03/11/2022

I clienti che preferiscono usare carte di pagamento o il proprio smartphone piuttosto che contanti sono sempre più numerosi e quegli operatori economici che non si sono ancora conformati all’obbligo del POS, rischiano di perdere una fetta della propria clientela.

Avvalersi di un POS permette di usufruire di numerosi vantaggi non soltanto nei confronti della clientela ma anche verso l’esercente stesso, trattandosi di uno strumento fondamentale per la gestione dei flussi contabili poiché in grado di acquisire, archiviare, condividere e segnalare dati con differenti finalità a livello soprattutto di tracciamento e detrazione delle spese effettuate.

Ricevere pagamenti tramite POS consente inoltre alle imprese e ai commercianti di evitare di fare versamenti periodici sul conto corrente, perché il denaro va a confluire direttamente sul conto, senza ulteriori passaggi.

Incassare con il POS offre quindi la possibilità di risparmiare tempo ed evitare duplicazioni nelle operazioni, aumentando così l’efficienza e la precisione nell’inventario, fornendo un migliore servizio ai clienti e potendo beneficiare inoltre di agevolazioni fiscali ad hoc.

Facciamo allora il punto della situazione per capire in che modo si è evoluta la normativa, qual è il regime attualmente in vigore e quali sono le sanzioni e le agevolazioni fiscali che bisogna conoscere.

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A chi è rivolto l’obbligo POS

Le disposizioni sul POS obbligatorio riguardano:

  • tutte le attività commerciali quali ad esempio ristoranti, bar, alberghi, B&B;
  • le prestazioni professionali, come artigiani e liberi professionisti (avvocati, ingegneri, medici, fisioterapisti);
  • le aziende, indipendentemente dal settore.

L’evoluzione della normativa sul POS

L’obbligo del POS è stato introdotto per la prima volta in Italia nel 2014 con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale e favorire l’uso della moneta elettronica rispetto al contante. Secondo la normativa, imprese, liberi professionisti, artigiani e commercianti dovevano mettere a disposizione del cliente il pagamento tramite POS dietro sua espressa richiesta.

L’obbligo scattava in caso di pagamenti di importo superiore a 30€ e la violazione di questa prescrizione non comportava alcuna sanzione. L’assenza di sanzioni lascia pensare che in realtà non si trattava di un vero e proprio obbligo, ma piuttosto di un pressante “invito” all’utilizzo della moneta elettronica.

Con la Legge di Stabilità 2016 la normativa ha subito una modifica, infatti il diritto al pagamento tramite POS diventa operativo per transazioni superiori a 5€ e non più 30€. L’intervento legislativo mirava inoltre a ridurre i costi bancari per ogni transazione e a introdurre delle sanzioni.

La sanzione, pari a 30€ per ogni richiesta di pagamento con POS rifiutata, è stata però abrogata dal Consiglio di Stato il 1° giugno 2018. In questa data, infatti, il Consiglio di Stato ha dichiarato incostituzionale il rimando all’articolo 693 del Codice penale, sul rifiuto di monete aventi corso legale.

Inizialmente previsto dal primo gennaio 2023, con il Decreto PNRR, 36/2022 approvato il 13 aprile  2022 e convertito in legge il 29 giugno 2022 n. 79, il Governo garantisce l’attuazione di sanzioni in caso di rifiuto dei pagamenti tramite Pos.

Sanzioni per chi rifiuta pagamenti con POS

A seguito di diversi slittamenti dal 30 giugno 2022 è entrata ufficialmente in vigore l’applicazione della doppia sanzione per gli esercenti che non accettano strumenti di pagamento elettronici /digitali (ovvero carte di debito, credito, prepagate, ma anche wallet come apple pay, samsungpay, etc).

A partire dal 30/06/2022 quindi tutti coloro che rifiutano pagamenti elettronici all’interno delle loro attività, sono soggetti a una sanzione pari a 30 euro, a cui va aggiunto il 4% del valore della transazione respinta.

L’obbligo di accettazione è previsto per tutti: sia per chi ha un’attività di vendita di prodotti al pubblico sia per coloro i quali offrono servizi. Quindi tale obbligo non entra in vigore solo per i negozianti, ma anche per i tassisti e liberi professionisti. Non sono previste deroghe per specifiche categorie merceologiche e si può essere esenti dall’oblazione solo in caso di “oggettiva impossibilità tecnica” a eseguire una transazione, dettata ad esempio dalla mancata connessione internet/corrente o malfunzionamento del dispositivo.

Di fronte al rifiuto da parte di un soggetto obbligato di accettare il pagamento con carta, il cliente può segnalare l’accaduto alle autorità competenti che avvieranno gli opportuni controlli.

Trovare la soluzione POS più vicina alle proprie esigenze è quindi fondamentale per evitare contestazioni e permettere ai propri clienti di pagare con strumenti elettronici tracciabili ed evoluti; un servizio sempre più richiesto soprattutto negli ultimi tempi in cui è aumenta la necessità di concludere le transazioni rapidamente e riducendo al minimo il contatto.

Accanto alle sanzioni, restano confermate le agevolazioni fiscali disciplinate dal D.L. 124/2019 meglio dettagliate nel paragrafo successivo.

Agevolazioni fiscali e vantaggi per chi accetta pagamenti con il POS

Ai sensi del D.L. n. 124/2019, convertito con modificazioni dalla L. 19 dicembre 2019, n. 157, chi adotta un POS come strumento d’accettazione pagamenti, può beneficiare di un credito d’Imposta pari al 30% delle commissioni addebitate:

  • con carta di debito, di credito o prepagata;
  • mediante altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili;
  • per costi fissi che ricomprendono operazioni in franchigia.

Questa disposizione si applica ai contribuenti che, nell’anno d’imposta precedente, abbiano realizzato un fatturato non superiore a 400 mila euro, indipendentemente dal regime di contabilità adottato e dalla tipologia giuridica scelta per l’esercizio dell’attività.

Il credito sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione, tramite il modello F24, a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento delle spese.

La Banca mette a disposizione della propria clientela apposita documentazione telematica, relativa alle operazioni PagoBANCOMAT® oggetto di credito d’imposta, alla sezione “Documenti del portale YouPos online” e, per quanti dispongono del servizio di internet banking YouBusiness Web, al percorso “Documenti e Fatture > Documenti > Comunicazioni”.

Analogamente, le comunicazioni relative all’operatività effettuata mediante carte di pagamento a marchio internazionale (Visa, MasterCard, Amex ecc.) sono rese disponibili direttamente dalle rispettive società partner, quali Nexi e American Express.

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali ed economiche si rinvia ai Fogli Informativi disponibili in Filiale e sul sito www.bancobpm.it. 

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