Il PNRR nel 2022: 100 traguardi e più di 40 miliardi di euro per rivoluzionare le filiere strategiche
Poco prima di Natale, Mario Draghi annunciava che l’Italia aveva raggiunto i 51 obiettivi richiesti dall’Europa per ottenere la prima rata di finanziamenti del Next Generation EU. Risultato ottenuto nei minuti di recupero, che ha permesso all’Italia di ricevere 24,1 mld € da Bruxelles.
L’accesso ai fondi, siano essi prestiti o a fondo perduto, è infatti vincolato al conseguimento di obiettivi legati a riforme strutturali che riguardano molti aspetti dell’economia e della società italiana. Il nostro Paese ne dovrà soddisfare 520 fino al 2026 per accedere a tutti i fondi, pena la sospensione dell’erogazione.
100 obiettivi per 46 miliardi
Il 2022 sarà uno spartiacque per l’efficacia del PNRR . Quest’anno, Roma dovrà soddisfare 100 condizioni (83 milestone e 17 target) suddivise fra i semestri. Entro il 30 giugno, l’Italia dovrà aver raggiunto 45 traguardi per ottenere un finanziamento di 24 mld €. Sono 55, invece, gli obiettivi da conseguire fra il 1° luglio e il 31 dicembre per ottenere un rimborso di 21,83 mld €. Quasi 46 miliardi, dunque, che potrebbero cambiare il volto del Paese.
Un ruolo centrale sarà destinato agli enti locali. Circa il 36% delle risorse del PNRR, a cui si aggiungono i fondi del Piano Nazionale per gli investimenti complementari per un totale di 80 mld €, saranno affidate a Regioni, Comuni, Città Metropolitane o altre amministrazioni locali.
Un’occasione ma anche un rischio, considerata l’eterogeneità delle realtà territoriali italiane, di cui il Governo è consapevole. Per questo, Palazzo Chigi ha istituito un Tavolo di lavoro per rafforzare le attività degli enti locali legate al PNRR. L’obiettivo è “monitorare attentamente” le modalità di funzionamento degli strumenti introdotti a sostegno degli enti locali, l’efficacia della loro attuazione e le eventuali ulteriori necessità che dovessero emergere sui territori.
Focus sulle filiere
Il Ministero dello Sviluppo Economico si concentrerà quest’anno sulle filiere strategiche, ossia quei settori che, oltre a essere protagonisti delle 6 missioni del PNRR, saranno l’ossatura su cui poggerà la spinta propulsiva del cambiamento. Ad esse, il Governo ha destinato circa 2,2 mld €, suddivisi fra PNRR e Legge di Bilancio.
Una prima tranche da 750 mln € è prevista per sei filiere strategiche. A design-moda-arredo, automotive – che riceverà anche 1 mld € “fuori PNRR” per favorire la transizione verso le tecnologie ibride -, microelettronica-semiconduttori e metalli-elettromeccanica andranno circa 450 mln €; i restanti 300 mln € saranno destinati ad agroindustria e chimica-farmaceutica. Il MISE prevede di mettere a punto circa 45 contratti fra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, con un occhio di riguardo per le Regioni meno sviluppate: il 40% delle risorse è destinato a progetti da realizzare in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Inoltre, il PNRR stanzierà 1 mld € da investire nelle principali filiere della transizione ecologica, con focus su ricerca e innovazione, processi di riconversione industriale, realizzazione di batterie e pannelli per le energie rinnovabili. Infine, altri 450 mln € “extra PNRR” e inclusi nella Legge di Bilancio saranno destinati ad altri contratti di sviluppo.
La via del gusto
La scelta delle sei filiere citate non dipende solo dall’ intreccio con i gangli dell’economia (nel caso, ad esempio, di moda o agroindustria) ma anche dalle prospettive di sviluppo europee (microelettronica e semiconduttori in primis). Bruxelles punterà su settori ad oggi considerati deboli, o non abbastanza competitivi, per ridurre, da un lato, la dipendenza dall’estero e, dall’altro, frenare il duopolio americano e cinese. L’economia italiana dovrà essere pronta.
Il settore moda ha impiegato nel 2021 circa 1.2 milioni di addetti fra lavoratori diretti, commercio e terziario, con un fatturato di 83 mld €*. Numeri che rendono l’industria del fashion uno dei pilastri che sorreggono il Made in Italy sui mercati esteri.
Altra filiera considerata strategica dal PNRR e secondo pilastro del brand Italia, l’agroalimentare ha segnato un’impennata nell’export nel 2021. Il valore dei prodotti esportati ha superato i 52 mld €**, con una crescita marcata del vino (7 mld €) grazie agli spumanti, sempre più apprezzati in Germania e USA, anche a discapito degli omologhi francesi. L’Italia primeggia in Europa per la quantità di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (solo i vini ne contano 526).
Semiconduttori: il punto debole dell’UE
Rafforzare gli anelli più forti, dunque, ma anche costruire nuovi approcci per gli anelli deboli. Fra le filiere considerate strategiche c’è la microelettronica, tallone d’Achille europeo in rapporto all’importanza del settore per l’economia mondiale. Nonostante la presenza sul territorio italiano di realtà internazionali come STMicroelectronics e Wuxi Xichanweixin Semiconductor (con una partecipazione in LFoundry ad Avezzano), gli stabilimenti che producono semiconduttori si trovano soprattutto in Germania.
Nel 2021 in Europa sono stati venduti semiconduttori per un valore complessivo di 47,757 mld $ (+27% rispetto al 2020).***
Cifre che, tuttavia, rappresentano appena l’8,5% delle vendite mondiali. Non a caso, la Commissione Europea ha varato l’European Chips Act per investire 43 mld €, raddoppiare la produzione di chip nel 2030 e ridurre la dipendenza dall’Asia e dalla svolta autarchica di Pechino annunciata da Xi Jinping. Un treno che l’Italia non deve perdere, considerata la crescente importanza della componentistica elettronica in ogni settore industriale.
Startup e PMI digitali: cosa aspettarsi dal PNRR
Fra i 51 traguardi raggiunti nel 2021 erano incluse varie iniziative per predisporre uno scenario favorevole alla digitalizzazione delle PMI e allo sviluppo delle startup. Il 2022 sarà l’anno della messa a terra dei progetti. Il digitale legato alle imprese, infatti, è un tema trasversale e non limitato a singole missioni del PNRR.
Quest’anno, in collaborazione con CDP, saranno destinati 250 mln € al supporto di startup e Venture Capital attivi nella transizione ecologica; 300 mln € andranno al finanziamento diretto di startup; 1 mld € sarà destinato ad abilitazione e facilitazione al cloud per le imprese, a cui si affiancheranno 1,6 mld € per il potenziamento di strutture di ricerca e sviluppo su alcune “key enabling technology” (tecnologie abilitanti ritenute fondamentali per generare crescita e l’occupazione). Infine, 1,3 mld € andranno a progetti di creazione e rafforzamento di ecosistemi per l’innovazione e la sostenibilità.
“Contenuti editoriali a cura di ClassCnbc”
*Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) – dicembre 2021
** Dati Coldiretti / Istat
***European Semiconductor Industry Association (ESIA).
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