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Prestiti per i titolari di Partita Iva

Prestiti Partita IVA
29/06/2022

I lavoratori autonomi, i liberi professionisti, gli artigiani e gli imprenditori hanno notoriamente maggiori difficoltà ad ottenere prestiti da parte degli istituti di credito. Pur guadagnando spesso anche di più rispetto ai dipendenti statali, a quelli del settore privato e ai pensionati, non possono vantare la stessa certezza nelle entrate. Il loro rischio di insolvenza può così risultare, agli occhi di banche e finanziarie, maggiore. Tuttavia, per i titolari di partita IVA, le opzioni in materia di prestiti non mancano.

Il mercato del lavoro è drasticamente cambiato e, anche per via delle varie crisi economiche susseguitesi nel corso degli ultimi anni, i contratti a tempo indeterminato si sono convertiti in un’eccezione anziché una regola. Questo a prescindere dalle entrate registrate a fine mese dai lavoratori. Con l’aumento delle aperture di Partite Iva è nata così l’esigenza di tutelare gli appartenenti a questa categoria per cui alla fine, anche chi non possiede una busta paga può nutrire la speranza di vedersi erogata della liquidità da parte degli istituti di credito, cosa che permette così di coronare un sogno, portare a termine un progetto o fronteggiare una situazione di emergenza.

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Prestiti partita IVA: cosa richiedono banche e finanziarie?

I possessori di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, i lavoratori dipendenti e i pensionati, potendo contare su entrate sicure date dallo stipendio mensile o dalla pensione, risultano più finanziabili e con un rischio di insolvenza basso, dovuto anche al fatto che la trattenuta in busta paga o sul cedolino della pensione avviene in automatico. Diverso, come abbiamo detto, è il discorso per i titolari di partita IVA. Tuttavia, a fronte delle dovute garanzie come una situazione patrimoniale florida, assenza di debiti ed introiti mensili di un certo livello, anche gli imprenditori, gli artigiani, i notai, i medici, gli ingegneri, gli architetti, gli avvocati, i negozianti e altre figure autonome possono richiedere un fido bancario e ottenerlo.

Le garanzie nel prestito per titolari di partita IVA

Le garanzie servono a dimostrare quanto il richiedente del prestito, in qualità di titolare di partita IVA, risulta affidabile dal punto di vista finanziario. La documentazione da produrre, ovviamente, varia in base all’istituto di credito erogante. Per attestare la sua posizione economia, il titolare di partita iva deve produrre la sua dichiarazione dei redditi mediante Modello Unico. Non sempre, però questo è sufficiente. Talvolta, le banche o finanziarie richiedono anche la presenza di un garante, nel ruolo di co-firmatario del prestito, pronto ad assolvere al pagamento al posto dell’intestatario. Altra forma di garanzia può essere l’ipoteca immobiliare, qualora il libero professionista disponesse di un immobile di proprietà, scenario tuttavia meno frequente.

Il ruolo fondamentale nei prestiti per titolari di partita IVA del Fondo di Garanzia Statale

Per salvaguardare gli interessi dei titolari di partita IVA, lo Stato italiano ha istituito il Fondo di Garanzia: liberi professionisti, imprenditori e lavoratori autonomi possono beneficiare di aiuti sostanziosi per l’ottenimento di liquidità extra, al fine di dare il via a un nuovo progetto di impresa o per consolidare la propria attività. Gli istituti bancari convenzionati con il Fondo di Garanzia offrono finanziamenti a condizioni agevolate, con piani di ammortamento maggiormente sostenibili e tassi d’interesse più favorevoli.

MicroCredito

Degna di nota al riguardo è l’opzione del Microcredito, una soluzione mirata per venire incontro a molti titolari di partita IVA che, in linea di massima, risulterebbero tagliati fuori dall’accesso al credito. Il Microcredito fa parte dei prestiti finalizzati, ottenibili sia dai lavoratori autonomi che dalle ditte individuali esistenti da almeno 5 anni e con un massimo di 5 lavoratori dipendenti. L’Ente Nazionale per il Microcredito si occupa dell’erogazione dei prestiti necessari per acquistare beni e servizi correlati a un’attività produttiva. I finanziamenti stanziati possono avere un importo massimo non superiore a 35.000 euro e la durata prevista per il piano di rimborso va dai 24 ai 60 mesi.

Prestito con cambiale per i lavoratori autonomi

Tra le varie possibilità di ottenere un finanziamento, i lavoratori autonomi sono soliti ricorrere spesso alla formula del prestito con cambiale. In cosa consiste? Noto anche come prestito cambializzato, si tratta di una soluzione rapida che permette di beneficiare di un determinato capitale finanziario. L’unica garanzia è rappresentata dalla firma del richiedente, titolare di partita iva: ai sensi di quanto sancito nel contratto, il prestito con cambiale viene inquadrato come un titolo di credito esecutivo che consente all’istituto finanziario che ha erogato la somma in oggetto di recuperarla in ogni caso. La logica di funzionamento del prestito cambializzato è la seguente: il piano di ammortamento prevede delle rate mensili che vengono considerate come delle vere e proprie cambiali. A fronte di mancato pagamento, l’istituto di credito può pignorare i beni del richiedente.

Tirando le somme, il prestito con cambiale si conferma un’opzione presa in considerazione non solo dai lavoratori autonomi con partita iva, ma anche dai cattivi pagatori. Lo si ottiene, in genere, in un lasso di tempo breve, variabile dalle 24 alle 72 ore.

E per i nuovi titolari di partite IVA?

Rispetto al passato, come già anticipato, sono sempre di più i giovani che optano per l’apertura della partita IVA. Se hanno un progetto interessante e intendono lanciare una start-up, il prestito per le nuove partite IVA si contraddistingue non solo per agevolazioni dal punto di vista del credito, ma anche per numerosi incentivi.

Prestito per titolari di partite IVA con regime dei minimi

I titolari di partite IVA aperte con regime dei minimi, noto anche come regime forfettario, possono accedere a diverse tipologie di prestiti, specialmente in caso di attività già ben avviata. Il prestito con regime dei minimi è un’alternativa che coniuga le principali caratteristiche del finanziamento di lavoro con quelle del prestito personale. Per questa categoria di lavoratori esistono anche delle associazioni capaci di tutelarne gli interessi, come Artigiancassa e CNA, fulgido esempio a tema per quello che concerne gli artigiani.

Conclusioni: le soluzioni di prestito per i titolari di partita IVA

In definitiva, le soluzioni di prestito per i titolari di partita IVA sono davvero numerose e ben diversificate. Basterà valutare attentamente insieme a un consulente quella più in linea con le proprie esigenze e informarci circa eventuali agevolazioni messe a disposizione dagli enti istituzionali.

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali ed economiche si rinvia ai Fogli Informativi disponibili in Filiale e sul sito www.bancobpm.it. L’erogazione dei finanziamenti è subordinata alla normale istruttoria della Banca.

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