Indicatore RSI: quali segnali operativi offre al trader?
In tema di indicatori e oscillatori, con medie mobili e MACD, l’RSI è uno degli strumenti più utilizzati dai trader per ottenere segnali di modifica della tendenza (trend) di un prezzo su un grafico, sia di un singolo strumento finanziario sia di un paniere (indice).
Cosa significa RSI
L’acronimo del nome rappresenta le iniziali di Relative Strenght Index, cioè “indice di forza relativa”, anche se il nome è fuorviante in quanto non confronta due o più grandezze come il termine “relativa” sembrerebbe indicare.
Il senso dell’RSI è che il prezzo sarà ben supportato dal mercato se le sedute precedenti al rialzo saranno state maggiori di quelle al ribasso e, viceversa, il mercato se ne allontanerà se le sedute precedenti al ribasso saranno state invece maggiori.
Com’è nato l’indicatore RSI e come calcolare il Momentum
L’RSI è stato sviluppato nel 1978 da John W. Wilder per rendere più efficiente un tipo di indicatore, il Momentum, che misura la variazione del prezzo rispetto ai livelli di chiusura precedenti ma che non è sempre del tutto efficiente.
Il calcolo del Momentum è abbastanza semplice: M = P – Px, in cui P è il prezzo di chiusura dell’ultima seduta considerata e Px il prezzo di chiusura di x sedute precedente l’ultima seduta considerata (solitamente si usa x=10 o 14).
Pur trattandosi di un oscillatore, il Momentum può oscillare tra più e meno infinito, quindi non è facilissimo interpretarne il movimento e in caso di movimenti improvvisi del mercato può generare falsi segnali; tuttavia può essere molto utile in quanto si muove in anticipo rispetto al prezzo del titolo considerato fornendo indicazioni sulla nuova direzione del trend.
Wilder ha quindi modificato la formula e introdotto una banda di oscillazione compresa tra 0 e 100, fornendo così parametri oggettivi con cui confrontare l’andamento della tendenza e i segnali forniti dall’oscillatore nel passato.
La formula dell’RSI e la sua interpretazione
La formula dell’RSI è la seguente: RSI=100-{100/[1+(Mu/Md)]}, in cui Mu è la media delle differenze dei prezzi di chiusura al rialzo dei precedenti X giorni e Md è la media delle differenze dei prezzi di chiusura al ribasso dei precedenti X giorni.
Quali segnali fornisce quindi questo oscillatore? Muovendosi tra 0 e 100, questi due parametri vengono considerati estremi, mentre usualmente oltre 70 si ha un’indicazione di ipercomprato (il mercato acquista il titolo, scommettendo su un suo andamento rialzista) e al di sotto di 30 un’indicazione di ipervenduto (il mercato si libera del titolo ipotizzano un’ulteriore discesa).
Nel caso in cui, quindi, l’RSI scenda sotto 30, è possibile sia vendere, sia operare short (vendendo e ricomprando a prezzi più bassi), sia infine operare al rialzo su eventuali ritracciamenti oltre zona 30.
Inoltre, come in altri strumenti simili, indicazioni importanti le segnalano i movimenti divergenti rispetto all’andamento del prezzo del titolo esaminato (divergenze). Nel momento in cui l’RSI si muove al rialzo rispetto a un prezzo che scende (divergenza rialzista) o al ribasso rispetto a un prezzo che sale (divergenza ribassista), a seconda della sua posizione rispetto ai parametri 0 e 100 potrà fornire un’indicazione importante di imminente modifica della tendenza, che può essere sfruttata inserendo ordine, take profit e stop loss a livelli congrui con il movimento, la propria strategia e il proprio profilo di rischio.
Segnali operativi e falsi segnali
Indicatori e oscillatori come l’RSI sono poi molto legati a determinate fasi di mercato. Ciò significa che forniscono indicazioni statisticamente attendibili quando vengono applicati nelle fasi di mercato per cui sono stati pensati; viceversa, in momenti o fasi differenti possono generare falsi segnali.
La stessa incertezza nei segnali può avvenire riducendo il periodo preso in considerazione: al di sotto dei 10 giorni le variazioni registrate iniziano a essere numerose e i falsi segnali si moltiplicano, mentre estendendo troppo il periodo di analisi i segnali utili generati si riducono.
A questo proposito, alcuni trader esperti come Gabriele Bellelli, suggeriscono un approccio all’RSI “a due periodi”, riducendo il parametro a 2 o a 5 e restringendo l’ampiezza delle aree di oscillazioni (ipervenduto solo tra 0 e 20, ipercomprato solo tra 80 e 100), in modo da avere un numero maggiore e più frequente di segnali operativi ma limitando i falsi segnali della fascia intermedia. A questo tipo di approccio può essere affiancata poi un’altra media mobile o un filtro dei candelstick pattern.
Il libro originale di John W. Wilders in cui ha presentato questo oscillatore è “New Concepts in Technical Trading System”, che è possibile reperire sulle più importanti librerie online, solo in inglese, al costo di circa 80 euro.
di Andrea Fiorini
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