Settori economici ciclici e difensivi, qual è la differenza?
Da una parte i “ciclici”, dall’altra gli “anticiclici”, detti anche “difensivi”. Una tipica distinzione tra i settori economici degli indici di Borsa segue proprio questo criterio. Ok, ma cosa significa settore “ciclico”? E quando un settore si può definire “anticiclico” o “difensivo”?
La risposta è strettamente collegata alla natura del ciclo economico, che spiega appunto l’antitesi ciclico-anticiclico (o difensivo).
L’andamento di un’economia segue un preciso ciclo, chiamato molto semplicemente ciclo economico, strutturato in 4 fasi diverse che si ripetono nel tempo:
- Crescita: è la fase di espansione, l’economia continua a macinare terreno. I principali fattori economici – produzione industriale, occupazione, PIL, domanda e offerta di prodotti al dettaglio – sono in aumento.
- Recessione: la domanda inizia gradualmente a ridursi e si crea un eccesso di offerta di beni. In questa fase i fattori economici iniziano a diminuire
- Depressione: è la fase in cui l’attività economica generale tocca il suo livello più basso. In altre parole, si può solo “risalire”
- Ripresa: passate le due fase negative si arriva ad un punto di svolta. I vari fattori economici iniziano a registrare valori positivi che diventano via via più forti
Ebbene, un settore – e con esso i titoli che ne fanno parte – si dice ciclico quando risente in modo forte, netto ed evidente della fase del ciclo economico, mentre è un settore anticiclico o difensivo se regge meglio in queste fasi.
Sapere se un settore economico è ciclico o difensivo è fondamentale quando si decide di investire in borsa e si deve scegliere come creare un portafoglio diversificato.
Settori ciclici: cosa sono e quali sono
Fra i settori economici ciclici figurano quei settori di produzione, spesa e consumo che la pubblica amministrazione, le imprese e le famiglie – i tre principali attori economici – tagliano nei periodi di “vacche magre”. Per esempio, i consumi secondari, quelli cioè non di prima necessità, tra i quali rientrano le automobili. Un altro settore ciclico è quello dell’edilizia.
Alla fine di settembre 2018, in seguito all’adozione del nuovo standard di classificazione settoriale da parte di S&Pe MSCI, i due giganti della costruzione di indici di Borsa, le telecomunicazioni hanno ceduto il passo ai servizi di comunicazione: ebbene, il nuovo settore è un tipico comparto ciclico, mentre le neopensionate TLC erano un difensivo.
Settori difensivi: definizione e identikit
I settori difensivi – e i titoli che a questi sono riconducibili – risultano poco correlati con il ciclo economico, quindi risentono meno delle fasi di rallentamento o recessione. Non a caso si chiamano “difensivi”.
Sono settori economici difensivi quelli legati ai beni di prima necessità, come gli alimentari e i prodotti per la cura della salute, ai quali ovviamente si tende a non rinunciare neanche nei momenti di ristrettezze economiche. Oltre ai beni alimentari e al settore sanitario e farmaceutico, due tipici settori anticiclici sono i servizi di pubblica utilità – le cosiddette utilities, legate all’erogazione dell’acqua, del gas e dell’elettricità – e il comparto dell’energia (per esempio, i titoli delle compagnie di estrazione, raffinazione e trasporto del petrolio).
Settori ciclici e settori difensivi: i pro e i contro
Per loro natura, i ciclici incorporano in linea di massima un rischio di mercato maggiore e una più alta variabilità di utili e dividendi. I settori difensivi, in confronto, implicano un rischio più basso e tendono ad avere risultati più regolari nel tempo.
Dunque, ricapitoliamo: quando l’economia accelera e mantiene una buona velocità di crociera, le società afferenti al settore ciclico tendono a fare meglio del mercato (e, ovviamente, di quelle dei comparti difensivi) e a riportare risultati finanziari robusti, mentre quando l’economia inizia a frenare o entra in recessione, soffrono tendenzialmente più delle altre. Per contro, proprio perché reggono meglio in una fase di rallentamento o durante una recessione, i settori difensivi tendono a essere meno interessanti nelle fasi di recupero e di espansione dell’economia.
Non bisogna essere troppo schematici
Tutto ciò premesso, è sbagliato credere che quando i titoli ciclici salgono quelli anticiclici debbano matematicamente calare: se è vero infatti che i settori economici difensivi sono meno sensibili al ciclo economico, è anche vero che ciò non significa che in assoluto non ne subiscano gli effetti bensì che li subiscono in maniera più soft.
Anche nella stessa categoria si notano differenze rilevanti: per esempio, tra i settori ciclici i beni di lusso possono tenere botta anche nelle fasi di rallentamento o recessione, di cui invece subisce i colpi il petrolifero, classificato tra i difensivi.
di AdviseOnly
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