Simulatori di trading: istruzioni per l’uso
Operare sui mercati con il proprio denaro può essere un’attività molto stressante, soprattutto se non si ha la necessaria esperienza o preparazione. Per questo motivo, prima di misurarsi con la negoziazione in tempo reale può essere utile testare le proprie capacità e le proprie strategie attraverso i simulatori di trading.
Solitamente si presentano come normali piattaforme operative più o meno semplificate, che consentono però di operare con soldi virtuali (cioè per finta) su strumenti e mercati reali. E come le piattaforme possono essere disponibili in tre versioni: web, client (cioè scaricabili e installabili sul proprio pc) e app per tablet e smartphone, talvolta utilizzati da broker online specializzati in Forex, CFD e opzioni binarie per attrarre potenziali clienti.
Nella grande maggioranza dei casi i simulatori sono strumenti messi a disposizione da broker online o da altri enti agli utenti e per il loro utilizzo presuppongono almeno una registrazione senza costi ad apertura di conto; da segnalare, a questo proposito, la Borsa Virtuale presente sul sito di Borsa Italiana.
Vi sono poi altri broker che rendono disponibile il simulatore soltanto a seguito dell’apertura di un conto vero e proprio: in questo caso si può parlare di “conto demo”, cioè di un conto – per l’apertura e l’attivazione del quale è necessario procedere al riconoscimento e al versamento almeno di un minimo prestabilito – che ha anche una versione con denaro virtuale.
Il vantaggio del simulatore legato al conto demo è che dà accesso agli strumenti che si utilizzeranno successivamente per il trading reale, consentendo quindi di acquisire un’utilissima confidenza con funzioni, tipologia e posizioni degli strumenti, combinazioni di tasti, etc.
Le differenze col trading reale
L’operatività simulata, però, non ha le stesse caratteristiche del trading reale, e questo per tre motivi fondamentali: dati di borsa, psicologia e commissioni.
I dati di borsa utilizzati nei simulatori disponibili su molti siti web o forniti dai broker prevedono quasi sempre l’utilizzo di dati non in tempo reale ma ritardati di 20 minuti oppure di serie storiche di specifici mercati, e per questo motivo i risultati possono apparire sfalsati.
Per chi inizia o per chi si vuole soltanto esercitare all’uso delle piattaforme potrebbe non fare differenza, ma volendo testare sistemi o strategie anche elementari ciò può rappresentare un limite. Senza contare che i dati ritardati introducono il secondo importante motivo che differenzia la simulazione dal trading reale: la psicologia del trader.
Nel trading simulato non c’è infatti una reale percezione del rischio e questo porta a non attivare i meccanismi psicologici di sfida con sé stessi e di accettazione o rifiuto degli errori, impedendo quindi il dispiegarsi di una sana dinamica di comprensione degli errori compiuti e di sviluppo e crescita dell’esperienza acquisita.
Quando si opera con soldi veri, inoltre, è forte la sensazione di “baratro”, ovvero la percezione che in caso di errore non vi è la possibilità di recuperare i soldi perduti. Una percezione che si può contrastare con la razionalità, lo studio e l’acquisizione della tecnica, cioè con l’esperienza, ma che non si sviluppa adeguatamente con l’utilizzo dei simulatori. Questi quindi è bene utilizzarli, almeno inizialmente, soprattutto per far pratica con gli strumenti da utilizzare nel trading piuttosto che per tentare di realizzare performance positive da replicare sui mercati in tempo reale.
Commissioni
Il terzo elemento di differenza, infine, è rappresentato dalle commissioni. L’utilizzo dei simulatori di trading, in particolare quelli messi a disposizione da enti non-broker, escludono ovviamente il pagamento di commissioni poiché non vi è invio di ordini su mercati i circuiti di scambio reali.
Ciò elimina una delle preoccupazioni, seppur non la principale, dei trader esperti, ovvero quella dell’incidenza dei costi del servizio di trading sulle performance ottenute, ma allo stesso tempo toglie una componente importante dell’esperienza del trader.
Operare realmente significa infatti fare i conti con commissioni o spread e canoni di piattaforme o strumenti evoluti, tenendo presente che le commissioni possono essere variabili o fisse ed entrambe possono essere degressive. Il calcolo quindi è complesso e non a caso molti trader utilizzano fogli Excel o altri software per un calcolo preventivo dei costi operativi.
Ciò evidentemente riguarda meno le piattaforme per la simulazione messe a disposizione dei broker, che invece possono consentire il trading simulato effettuando in automatico anche il calcolo delle commissioni.
Altre simulazioni: calcolatori di margini e back testing
A questo proposito esistono anche dei simulatori di tipo diverso rispetto a quelli per la negoziazione: si tratta dei calcolatori di margini, ovvero procedure che permettono di calcolare i margini richiesti dal broker per la negoziazione di specifici titoli, come i derivati.
Per i trader evoluti, poi, la simulazione si può esprime attraverso una pratica tecnicamente complessa quanto utile: il back testing. Con questa espressione si intende infatti la prova di un trading system su dati storici (test retroattivo), per verificare se l’impostazione di specifici parametri e strategie automatizzate sono valide o se devono essere modificate. In questo caso si procede dapprima all’impostazione del trading system, poi al back testing (simulazione) su periodi o fasi di mercato adatti al tipo di strumento realizzato, ed infine all’eventuale ricalibrazione dello strumento in funzione dei risultati così ottenuti.
Giocare in borsa
Simulazione e demo servono per introdurre alla negoziazione vera e propria. Tuttavia proprio il differente approccio psicologico che i primi consentono rispetto alla seconda può essere sfruttato non solo per imparare ma anche per divertirsi.
Esistono infatti numerosi giochi di borsa, online ma anche su app, che fungono da introduzione “leggera” a un’attività fin troppo seria e rischiosa offrendo l’occasione di un primo contatto simulato con il trading.
In questo caso, però, il rischio è quello di farsi l’idea che anche il trading reale possa essere allegro e divertente, ma non è così: il trading reale è un’attività rischiosa e complessa che può essere affrontato solo con studio, metodo e applicazione.
di Andrea Fiorini
L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.
Messaggio pubblicitario a finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali si rinvia ai fogli informativi e/o alla documentazione contrattuale disponibili sul sito www.bancobpm.it e presso le filiali della Banca.