Trading discrezionale o automatizzato: quale strada scegliere?
La tecnologia offre innumerevoli modi di investire sui mercati finanziari, ma per i trader le possibilità sono sostanzialmente due: il trading discrezionale e il trading automatizzato. Che è un po’ come riproporre il secolare confronto tra uomo e macchina, tra l’intelligenza e l’adattabilità dell’homo sapiens, da una parte, e l’inesorabilità e l’enorme capacità di elaborazione degli strumenti digitali.
Se infatti il trading automatizzato si configura quasi come una “gestione del risparmio” (quando non lo è effettivamente) da parte di specifici software, il trading discrezionale è a tutti gli effetti ciò che comunemente si intende per trading online, cioè l’applicazione di strategie e tattiche finanziarie operative sulla base di analisi, percezioni ed esperienze personali del trader. Non si pensi che uno dei due approcci sia in assoluto migliore dell’altro.
Trading discrezionale e automatizzato: uomo VS macchina
Il trading discrezionale si basa solitamente su un’esperienza acquisita sul campo, partendo dallo studio accurato dell’analisi tecnica (con particolare riferimento agli indicatori) e dei meccanismi di funzionamento dei mercati e degli strumenti finanziari, attraverso molteplici fasi di mercato (e quindi con strategie adattative sempre diverse) per arrivare a quella che i trader di lungo corso definiscono “sensibilità del mercato”.
Questo tipo di approccio ai mercati ha in sé un elemento che è allo stesso tempo un punto di forza e di estrema debolezza: la psicologia. Il trading discrezionale, infatti, proprio perché punta tutto sulle capacità-competenze-qualità personali del trader, ne sfrutta fino in fondo le caratteristiche umane di adattabilità e comprensione dei processi in grado di andare oltre la mera analisi numerico-funzionale, ma è preda allo stesso tempo di euforie, depressioni, errori di valutazione, sottovalutazione dei rischi e così via.
Al contrario, lo strumento principe dei trader che prediligono il trading automatizzato, cioè il trading system, può essere applicato con la sicurezza che le condizioni in esso inserite verranno eseguite senza alcuna esitazione nel modo in cui sono state concepite. A sua volta, questo è un punto di forza (l’assenza dell’influenza negativa degli sbalzi d’umore del trader) ma ne è anche il punto di debolezza, per l’incapacità del trading system di adattarsi a fasi di mercato differenti da quelle previste per esso dal suo creatore. I sistemi automatizzati devono essere quindi sempre attentamente monitorati e ad essi va fatta una costante manutenzione.
Illusioni ed efficacia del trading discrezionale
Tra le criticità del trading discrezionale c’è, per esempio, la cosiddetta “illusione ottica”, così come definita dal trader italiano Stefano Fanton, ovvero l’identificazione sul grafico di opportunità che spesso si rivelano inesistenti e delle quali, quando ci sono, il trader tende a vedere i vantaggi trascurandone i rischi.
Tuttavia un trader ben preparato può operare efficacemente long (al rialzo) come short (al ribasso), in fase laterale (con i grafici piatti) come in presenza di forte volatilità, perché potrà sostituire o aggiornare gli indicatori utilizzati, il timing, il tipo di strumento su cui operare, i volumi impiegati e la frequenza operativa con grande rapidità, adattandosi alla situazione e fermandosi quando necessario anche per lunghi periodi.
Un’adattabilità che la stragrande maggioranza dei trading system ancora non possiede, per quanto gli sviluppi delle reti neurali, dell’intelligenza artificiale, dei computer quantici, del robo-advisoring e di una crescente, immensa, capacità elaborativa potrebbero cambiare le cose in brevissimo tempo.
La strada migliore verso il trading
Il trading discrezionale, quindi, è il trading soggettivo, individuale e, generalmente, il primo livello che affrontano i trader neofiti. Ma è la strada migliore per il trading?
Il fatto che nel settore degli investimenti finanziari si trovino spesso dei bivi determinanti con percorsi fortemente divergenti e senza che nessuno di essi sia definibile oggettivamente il migliore in assoluto, fa venire in mente una battuta del comico Claudio Bisio di alcuni anni fa: “Quando vedi un bivio, imboccalo”.
Come nella scelta tra analisi tecnica e analisi fondamentale, la scelta giusta è quella di scegliere entrambi gli elementi, cioè studiarli, conoscerli e imparare a comprendere vantaggi e svantaggi, per arrivare ad usare di entrambi ciò che si rivela più efficace nell’incontro diretto con i mercati. Quindi il trading discrezionale può aiutare a comprendere come vengono costruiti i sistemi automatizzati, mentre questi ultimi possono essere utili strumenti per integrare le proprie strategie.
Va infine considerato che il trading discrezionale ha un impatto non trascurabile a livello di stress emotivo, perché costringe a seguire i mercati personalmente e con frequenza, oltre a impegnare molto più tempo spesso anche di sera o di notte, senza contare la necessità di aggiornarsi e studiare costantemente tecniche, informazioni e notizie.
Discrezione e direzione
Un punto di avvicinamento tra trading discrezionale e trading automatizzato può essere considerato il trading non direzionale, che, non a caso, è un tipo di tecnica spesso presa in considerazione anche per lo sviluppo dei trading system.
In questo caso si ipotizza che l’andamento dei mercati, visualizzato sui grafici, sia a grandi linee ciclico e che quindi in determinate condizioni i prezzi transitino da certi livelli per poi ritornarci attraverso diverse fasi più o meno prevedibili. Se così è (ma non tutti gli analisti concordano su questo punto), ciò significa che è possibile ipotizzare livelli precisi a cui inserire stop loss o take profit indipendentemente dal percorso che il grafico seguirà tra l’ingresso e l’uscita.
Dov’è il punto di incontro tra discrezione e automatizzazione? Nel fatto che si tratta di una strategia da seguire “freddamente”, liberandosi dalle emozioni, per evitare che nelle fasi di ribasso o di forte volatilità si venga colti dalla tentazione di modificare la strategia e proprio nel momento peggiore.
di Andrea Fiorini
I linguaggi di programmazione per il trading automatizzato
Il trading automatizzato si attua scrivendo una sequenza di comandi (script) con un apposito programma, solitamente integrato con le piattaforme di trading online più evolute. La stesura dello script avviene con un linguaggio di programmazione specifico, che può essere diverso a seconda della piattaforma utilizzata, come per esempio MQL per MetaTrader, NinjaScript per NinjaTrader, EasyLanguage per TradeStation e Multicharts, e altri ancora.
Conoscere questi linguaggi di programmazione è importante e serve per realizzare trading system, ma non è indispensabile per utilizzarli perché sono disponibili dei semplici applicativi che ne consentono un uso intuitivo anche da parte dei principianti.
Vi sono varie forme di trading automatizzato, tra cui i trading system e il mirror trading o copy trading, che hanno crescenti livelli di autonomia dalle scelte umane, basandosi però sulle medesime regole.
Come funziona un trading system
Un trading system, quindi, è un programma in cui si immettono le indicazioni operative che la piattaforma dovrà poi eseguire. Una volta attivato, la piattaforma, nel corso della seduta di borsa, quando riconoscerà che le condizioni nella sua memoria si sono verificate, eseguirà il comando previsto, sia di acquisto sia di vendita.
All’interno del trading system si potranno utilizzare uno o più indicatori per monitorare il mercato (medie mobili, RSI, bande di Bollinger, etc.), e quando gli indicatori evidenzieranno una configurazione o un pattern ritenuti significativi per la nostra strategia, scatterà in automatico l’ordine o il comportamento programmato.
Esempio di trading system
Un esempio di semplice trading system (tratto dal blog di Enrico Malverti), è riportato qui di seguito. Si tratta di un sistema scritto in EasyLanguage che utilizza come indicatori le medie mobili a 9 e a 20 periodi e le bande di Bollinger, e che dà le seguenti indicazioni: se la media a 9 supera quella a 20 (condizione n.1) e il prezzo del titolo è all’interno delle bande (condizione n.2) allora invia un ordine di acquisto. Ovvero: if average(close, 9) crosses over average(close, 20) and c < bollingerband(close, 20, 2) and c > bollingerband(close, 20, -2) then buy next bar at market.
Vantaggi e svantaggi del trading automatizzato
Questo tipo di sistema automatizzato ha vantaggi e svantaggi. I vantaggi sono la possibilità di non stare ore e ore davanti al monitor in attesa del momento giusto per operare, la razionalità nelle scelte operative (il trading system non si entusiasma né si spaventa ma, a differenza del trader, procede sempre in modo logico), la possibilità di testare il sistema stesso su un esteso periodo passato (il cosiddetto back testing con dati storici) ma anche attraverso simulazioni con dati in tempo reale.
In quest’ultimo caso è anche possibile confrontare diversi trading system per verificare quale sia più adatto alla fase di mercato in essere. Infine, il sistema può essere usato anche solo come supporto alle decisioni operative per il trading discrezionale.
Gli svantaggi sono invece l’incertezza dei parametri immessi nel trading system stesso (non dimentichiamo che automatizza delle scelte compiute da esseri umani), la possibilità che generi molti eseguiti in perdita e la necessità di fare una costante manutenzione dei parametri.
I sistemi automatizzati, infatti, sono realizzati per attuare una precisa strategia e ciò significa che sono pensati per funzionare in un arco cronologico preciso (settimane, mesi, anni) e che possono essere adatti alla fase di mercato attuale (per esempio con forte volatilità) ma non ad altre (es. mercato laterale o ribassista). Ciò può portare, in determinati momenti, a picchi di ordini negativi (con relativo peso sulle commissioni) che può spaventare i meno esperti.
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