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Trading e psicologia: come imparare a gestire paura ed euforia

Trading e psicologia: come imparare a gestire paura ed euforia
25/11/2019

L’andamento dei mercati e dei prezzi degli strumenti finanziari quotati è imprevedibile ed è soggetto a continue oscillazioni dovute a un amplissimo numero di fattori concomitanti, fattori che i singoli individui non riescono a dominare completamente al fine di effettuare scelte razionali.

È questa, adattata al trading online, la sintesi degli studi di Richard Thaler, lo statunitense a cui è stato recentemente attribuito il Premio Nobel per l’Economia, ma è anche questo il cardine della finanza comportamentale, scienza che ha visto la luce alla fine degli Anni ‘70 e che ha già ricevuto numerose conferme teoriche e sperimentali.

Poiché imprese, governi e intermediari finanziari non compiono scelte soltanto razionali, visto che a dirigerle sono uomini e donne con tutto il loro bagaglio non solo di competenze e risorse tecniche, ma anche di umanità ed emotività, nulla di diverso ci si può attendere dai trader.

Analisi tecnica e altre tecniche previsionali possono aiutare, ma imprevedibilità e oscillazioni restano due concetti chiave del trading online e hanno un forte impatto sullo stress individuale, cioè sulla psicologia e la salute mentale del trader.

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Strumenti psicologici per il trader

Le componenti dell’attività psicologica di un trader, ovvero gli strumenti mentali su cui è possibile operare per gestire le reazioni emotive, sono conoscenze tecnicheego e accettazione delle perdite. Perché proprio questi in particolare?

Per quanto riguarda le conoscenze tecniche è evidente: per ridurre il rischio (e quindi lo stress) è necessario conoscere a fondo i meccanismi di funzionamento dei mercati (le variabili che li influenzano e il loro modo di reagire), gli strumenti finanziari (ognuno con le sue peculiarità), gli strumenti hardware e software che si vogliono utilizzare (piattaforme di trading, programmi per l’analisi dei dati, etc.) e l’analisi tecnica finanziaria. Senza queste basi non ci si può nemmeno definire trader, ma soprattutto non si può avere la serenità necessaria per affrontare i mercati.

La gestione dell’ego, invece, è molto più difficile. Non solo nella vita reale vi sono parenti, genitori, coniugi, colleghi, figli o amici (la società) che ci giudicano e a cui volenti o nolenti dobbiamo rendere conto di ciò che facciamo ma, secondo gli psicologi, ognuno di noi ha anche un proprio “giudice interiore” da cui si sente costantemente osservato e a cui si sente obbligato a rispondere. Ciò significa che non è facile prendersi la responsabilità di una perdita (come non è facile accettare che un guadagno sia dovuto al caso) perché abbiamo di fronte (psicologicamente) un gran numero di soggetti da cui ci sentiamo giudicati.

Nel trading online vi sono poi vari gradi di pressione a cui il trader è sottoposto, che possono essere suddivisi in due grandi gruppi: l’eccesso di euforia e l’eccesso di depressione. Improvvisi e inaspettati guadagni provocano infatti l’illusoria sensazione di potenza e infallibilità che spingono a ridurre l’attenzione alla pianificazione delle strategie e allo studio, a replicare strategie in precedenza vincenti in momenti non più adeguati, ad attribuire il motivo della performance positiva alle scelte compiute e non, per esempio, al caso o a un proprio errore. Viceversa, perdite repentine, spesso più rapide e ingenti dei guadagni, portano a rimettere in discussione le proprie strategie, le competenze, spingono a modificare un’operatività su basi incerte, e così via.

Non toccate l’emotività

Meglio dunque eliminare l’emotività, come si sente spesso dire a proposito del trading? Per Duccio Martelli, professore di Economia presso le Università di Perugia e di Harvard, questa soluzione non servirebbe. Secondo Martelli, infatti, gli studi scientifici su persone patologicamente incapaci di provare emozioni hanno dimostrato che nemmeno in questo caso le scelte compiute avvengono in modo del tutto razionale. Soffocare la nostra componente di umanità, quindi, non porta a nessun risultato.

Ciò che invece deve fare il trader è mettere da parte il proprio orgoglio e affrontare con umiltà ogni situazione. Di fronte agli errori fermarsi, analizzare le performance e le strategie applicate, il timing, eventuali violazioni delle strategie stesse, la scelta del mercato e dello strumento, per comprendere dove l’analisi previsionale ha fallito.

Infine, la gestione delle perdite: nel trading online le perdite ci sono sempre. Non è un malaugurio né una scaramanzia, ma una realtà operativa che deve essere gestita in maniera professionale. Per questo bisogna disporre di un capitale adeguato la cui perdita non comprometta la stabilità finanziaria propria né quella famigliare, oltre a un capitale di riserva per eventualmente reintegrare le perdite.

Ma soprattutto quando si imposta una strategia operativa le perdite (si spera temporanee) devono sempre essere inserite nella strategia stessa come parte del percorso per giungere al guadagno. Lo sforzo psicologico per accettare questa realtà diminuisce progressivamente con l’esperienza diretta sui mercati, ma il pericolo di cadere nella negatività resta sempre in agguato.

Gli errori del trader

L’approccio emotivo alla negoziazione telematica, quello che cioè porta inevitabilmente all’eccesso di euforia o di depressione sopra descritto, dal punto di vista scientifico si basa su tre errori: l’eccesso di confidenza (overconfidence), l’effetto disposizione e il bias della familiarità (dove bias in psicologia è un pregiudizio basato su elementi non razionali).

Il primo indica l’atteggiamento del trader che si attribuisce meriti e competenze che in realtà non ha, senza essere in grado di valutare lucidamente la sequenza logica degli avvenimenti e quindi la loro causa. L’effetto disposizione è quello che prosaicamente viene anche definito “mediare al ribasso”, cioè incrementare le posizioni in perdita per ridurne il prezzo di carico: un errore grave (che anche i migliori fanno, a dire la verità) perché non si considera l’incremento esponenziale a cui va incontro il livello di rischio della posizione.

Il bias della familiarità, infine, spinge il trader a investire in determinati mercati o titoli sui quali si sente particolarmente informato o sicuro, concentrando l’operatività (e quindi ancora una volta il rischio) su uno o pochi elementi operativi.

Amico stress

Attenzione però a non fare l’errore opposto e a tentare di eliminare a tutti i costi lo stress. Sono sempre gli psicologi che ci ricordano come la reazione che noi viviamo come stress è in realtà una difesa del nostro cervello verso una situazione che il nostro organismo fa fatica a gestire.

Esso è quindi un alleato, un campanello d’allarme che ci avvisa quando la situazione, così come l’abbiamo gestita, non va più bene e fa modificata; magari fermandosi per chiedere un consiglio a un trader amico, per mettersi a ristudiare un manuale, per seguire un corso o un seminario di approfondimento, per chiedere una consulenza. Ignorare l’avviso che il nostro cervello ci invia attraverso lo stress può avere a livello psicofisico lo stesso effetto che ha ignorare uno stop loss a livello finanziario: grosse perdite, non sempre recuperabili.

di Andrea Fiorini

 

 

 

 

L’articolo è di carattere divulgativo aggiornato alla data di pubblicazione. Per conoscere l’offerta della Banca consulta l’area Prodotti.

 

 

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