Acquistare casa con comunione o separazione dei beni
L’acquisto della casa è un passo importante nella vita di una coppia: spesso è la transazione finanziaria più grande della vita di un matrimonio. Per questo, già prima di sposarsi, spesso si pensa alla differenza tra comunione e separazione dei beni. Cosa prevede la legge, e quali sono gli effetti della decisione sull’acquisto di una casa?
In questo articolo vogliamo approfondire proprio questo argomento, evidenziando tutte le analogie e le differenze tra comunione e separazione dei beni. In particolare, lo faremo con riferimento alla proprietà di un immobile.
Acquisto in comunione dei beni
Quando i coniugi scelgono la comunione dei beni, diventano comproprietari di quasi tutto: ogni bene acquistato durante la convivenza e anche della casa che decidono di acquistare.
Quindi sì, la casa acquistata con il denaro di uno solo dei due coniugi diventa la casa di entrambi. Marito e moglie ne diventano comproprietari pro quota, a meno che non sussistano dei casi molto particolari.
La legge, infatti, stabilisce che alcuni beni e i ricavi derivanti dalla loro vendita, non rientrino nella comunione. Questo è il caso di:
- Beni personali che servono allo svolgimento della professione di uno dei due coniugi;
- Quel che si riceve in eredità o come risarcimento di un danno;
- Tutto ciò che si compra con la liquidità ottenuta vendendo dei beni ricevuti in eredità o dei beni acquistati attraverso il risarcimento di un danno.
Quindi la casa non diventa di entrambi soltanto a condizione che sia stata ricevuta in eredità, oppure che si tratti di una casa acquistata con il denaro ricevuto in eredità o per il risarcimento di un danno.
Anche in questo caso, comunque, non è sufficiente che sussistano queste due condizioni affinché la casa possa essere considerata di un solo coniuge.
Il rogito effettuato per l’acquisto della casa deve riportare espressamente la dicitura che tale immobile non rientrerà nel regime di comunione dei beni. Inoltre, l’altro coniuge deve presentare una dichiarazione davanti al notaio in cui formalizza la sua volontà di rinunciare alla quota dell’immobile in questione.
Le due cose da sole non bastano: occorre sia la dichiarazione del coniuge, sia la certezza che la casa o il denaro con cui si acquista la casa derivano da eredità o risarcimento di un danno. Altrimenti, l’immobile si divide pro quota.
Acquisto con separazione dei beni
Dalla parte opposta troviamo la separazione dei beni, un modello con cui i due coniugi godono di una certa autonomia patrimoniale. In questo caso, l’acquisto della casa ha delle implicazioni diverse.
Nel regime di separazione dei beni, i coniugi rimangono proprietari in modo esclusivo di tutti i beni acquistati prima e dopo il matrimonio. Se uno solo dei due compra un immobile, dunque, avrà la piena titolarità di quella casa.
Se questo dovesse essere un problema, comunque, si può sempre optare per cointestare la casa. Al momento del rogito vengono inserite nell’atto le quote di proprietà di marito e moglie, che diventano comproprietari della casa anche senza essere in regime di comunione dei beni.
In questo, la separazione dei beni si rivela sicuramente più flessibile. Ci consente di raggiungere lo stesso effetto della comunione dei beni. Ma non viceversa: non possiamo ottenere sempre la titolarità esclusiva di un immobile in regime di comunione dei beni.
Bisogna notare, comunque, che ognuno dei due coniugi ha diritto di godimento sui beni dell’altro. Quindi è un pieno diritto del marito abitare nella casa acquistata dalla moglie e viceversa. In questo modo si protegge anche la figura dell’altro coniuge, specie nel caso di una prima casa che serve lo scopo di abitazione familiare.
Gli immobili risultano particolarmente “comodi” da gestire in regime di separazione dei beni. Essendo beni registrati, è facile dimostrare chi abbia acquistato la casa anche a distanza di tanto tempo. Con altri beni non registrati, invece, può diventare difficile provare l’acquisto una volta che passa il tempo e si perdono gli scontrini.
Quale delle due soluzioni è migliore?
Come abbiamo visto, relativamente agli immobili, il regime di separazione dei beni offre più libertà di scelta. Bisogna notare, però, che la casa non è l’unico fattore che dovrebbe guidare la scelta tra separazione e comunione dei beni.
Questa scelta regola ogni acquisto compiuto dopo, e in parte prima del matrimonio. La comunione dei beni è ottimale per le coppie che staranno sempre insieme senza separarsi ma è impossibile sapere in partenza cosa succederà nel corso degli anni.
Al contrario, la separazione dei beni è un regime più prudente ma con meno tutele per i singoli coniugi. Non esiste una decisione migliore in assoluto ed è importante riflettere bene sulla scelta prima del matrimonio.
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