Mutui subprime: definizione e spiegazione
Balzati agli onori delle cronache tra il 2006 e il 2008 con le vicende che hanno coinvolto le banche statunitensi e i loro risparmiatori, i mutui subprime sono dei prestiti per l’acquisto della casa che gli istituti di credito americani concedettero ai soggetti considerati a “rischio elevato”. Il significato di subprime, letteralmente “al di sotto dell’eccellenza” separa i clienti cosiddetti “prime” da coloro che hanno una storia creditizia non favorevole, frutto di insolvenze passate o di garanzie non sufficienti per l’erogazione di un mutuo tradizionale.
Cosa sono e come funzionano i mutui subprime?
Il subprime mortgage (che è la definizione inglese di mutuo subprime) è un prodotto che viene erogato a persone la cui valutazione creditizia è considerata di livello inferiore rispetto ad altri soggetti. Presente soprattutto nel mondo anglosassone, questo tipo di prestito viene erogato nei casi in cui, secondo un sistema a punteggio che determina la capacità di rimborso, il soggetto richiedente non raggiunga i parametri minimi per essere considerato affidabile: nel sistema statunitense la scala di valutazione va da 300 a 850 punti, con 620 come punteggio sotto il quale il soggetto viene definito un cattivo pagatore.
Tra i parametri che vengono tenuti in considerazione ci sono pagamenti in ritardo – due o più pagamenti effettuati oltre 30 giorni dopo la scadenza nell’anno precedente -, insolvenze di mutui precedenti o bancarotta.
La sottoscrizione di un mutuo subprime prevede una modalità di rimborso a tasso sia fisso che variabile: generalmente, nei primi due o tre anni di mutuo il tasso è fisso e, successivamente, passa al variabile, diventando così soggetto al tasso di interesse delle banche centrali. A seconda del momento storico e della situazione dei mercati, il tasso di interesse può aumentare notevolmente, incrementando di conseguenza l’importo della rata.
In Italia non è possibile accedere a questa particolare tipologia di mutuo, poiché gli istituti di credito seguono una strategia incentrata sulla ponderazione del rischio e valutano attentamente le capacità di rientro dei soggetti richiedenti.
La crisi dei mutui subprime
Proprio per la sua natura di prestito considerato ad alto rischio, il mutuo subprime è un prodotto che porta l’istituto di credito, quindi il titolare del debito, a tutelarsi cartolarizzando i debiti e rivendendoli a soggetti terzi, i quali garantiscono rendimenti superiori alla media proprio per la natura di questi prodotti. L’altra faccia della medaglia è l’elevato rischio di default, che dalle famiglie passa alle banche e successivamente al mercato.
La crisi dei subprime statunitensi ha avuto inizio del 2006 con lo scoppio della bolla immobiliare che ha visto diminuire il valore degli immobili e il rialzarsi dei tassi di interesse, portando numerose famiglie all’insolvenza dei debiti contratti. La crisi ha portato grossi istituti di credito, che negli anni precedenti avevano acquistato i debiti, a dichiarare bancarotta generando così una reazione a catena che ha avuto conseguenze enormi su tutti i mercati mondiali.
Altre tipologie di prestiti subprime
Oltre al mutuo, esistono differenti tipologie di prestiti subprime, tra queste troviamo:
- Carte di credito subprime: si tratta di carte di credito i cui tassi di interesse sono superiori alla media, e che vengono fornite a soggetti considerati ad alto rischio di insolvenza o che hanno dichiarato bancarotta negli anni precedenti.
- Subprime car loans: Si tratta di prestiti erogati per l’acquisto di un’auto a soggetti con un “credit score” basso o con una storia creditizia poco favorevole.
- Subprime student loans: nel mondo anglosassone e specialmente negli Stati Uniti, sono frequenti i prestiti per permettere agli studenti di accedere alle università e portare a termine i propri studi. Anche in questo caso, è possibile che il prestito venga effettuato a soggetti a rischio di insolvenza o provenienti da famiglie con un credit score inferiore alla media.
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