Cos’è un assegno postdatato e cosa dice la legge
Un assegno postdatato è un tipo di assegno bancario con una data futura di emissione, successiva cioè a quella di effettiva compilazione. Quando viene emesso un assegno di questo tipo, chi lo riceve si impegna a non riscuoterlo o depositarlo prima della data indicata.
Facciamo un esempio: supponiamo che oggi sia il 12 ottobre 2023, e Maria desidera emettere un assegno postdatato a Giovanni per il pagamento di un debito che ha contratto con lui. Maria scrive l’assegno con le seguenti informazioni:
Importo: 1.000 euro
Data di emissione: 12 ottobre 2023
Data postdatata: 1 novembre 2023
Beneficiario: Giovanni Rossi
Motivo del pagamento: Prestito
In questo caso, Maria ha emesso un assegno con la data del 12 ottobre 2023, ma ha indicato come data postdatata il 1 novembre 2023. Ciò significa che Giovanni non sarà in grado di incassare o depositare l’assegno presso la sua banca prima del 1 novembre 2023. Maria ha utilizzato l’assegno postdatato per pianificare il pagamento in modo che corrisponda alle sue esigenze finanziarie e alla disponibilità di fondi nel suo conto bancario.
Sebbene si tratti di una pratica utilizzata, l’assegno postdatato rappresenta un illecito amministrativo, che comporta delle sanzioni per chi lo emette.
Assegni postdatati: cosa prevede la legge
L’emissione di assegni postdatati, in base al D.L. 30 dicembre 1999 n.507, non è più considerata un reato penalmente perseguibile, ma si tratta comunque di un illecito amministrativo: l’assegno è valido a tutti gli effetti, mentre il patto tacito convenuto tra le due parti non ha validità legale.
Poiché l’assegno postdatato rappresenterebbe una sorta di garanzia futura per il creditore, svolge la medesima funzione della cambiale, sennonché questa, all’atto dell’acquisto, paga l’imposta di bollo al 12 per mille, l’assegno invece no. L’emissione di assegni postdati, quindi, si configura come una forma di evasione fiscale da parte di chi li emette.
Quali rischi si corrono emettendo o cedendo assegni postdati?
- Oltre ad essere come detto un illecito amministrativo, l’assegno postdatato non garantisce sicurezza a chi lo emette. Infatti, poiché l’assegno bancario per definizione è “pagabile a vista” nel giorno di presentazione allo sportello, anche una data futura non è causa di annullamento. Il creditore può benissimo chiedere immediatamente il pagamento in banca, ma è sempre necessaria la regolarizzazione fiscale con il versamento sia dell’imposta pari al 12 per mille dalla somma in esso riportata (come per le cambiali) sia delle sanzioni previste in materia di bollo.
- L’assegno post-datato non offre sicurezza nemmeno a chi lo riceve. Il debitore, infatti, potrebbe far credere che a quella data il conto sarà coperto, fingendo una situazione non vera ed emettendo un assegno senza copertura. In tal caso sarà sanzionato con una multa o, nei casi più gravi, col protesto, atto formale emesso dal Prefetto che di fatto identifica una persona come “non affidabile” dal punto di vista creditizio.
Cosa fare se si riceve un assegno postdatato?
In base alla legge vigente, quando un creditore è in possesso di un assegno postdatato, è legittimato a presentarsi presso l’istituto di credito indicato sull’assegno e richiedere il pagamento immediato dell’importo specificato, senza dover aspettare la data futura che compare sull’assegno stesso. Questa disposizione legale conferisce al creditore un’opzione importante nel recupero dei fondi a lui dovuti e offre una certa flessibilità in termini di tempistiche finanziarie.
In altre parole, se il beneficiario dell’assegno ha bisogno dei fondi prima della data postdatata indicata sull’assegno, può recarsi presso la banca o l’istituto finanziario designato e richiedere il pagamento anticipato. Questa possibilità è particolarmente vantaggiosa in situazioni in cui il creditore ha esigenze finanziarie immediate o ha bisogno di liquidare un debito pendente. Tuttavia, è importante notare che la capacità di incassare un assegno postdatato in anticipo può variare in base alle politiche bancarie, pertanto è sempre consigliabile verificare le disposizioni specifiche presso la banca interessata.
Qual è l’alternativa corretta all’utilizzo degli assegni postdatati?
Visto che l’assegno postdatato è uno strumento di pagamento illecito, in alternativa è possibile ricorrere alla classica cambiale. In questo caso è dovuto il pagamento dell’imposta di bollo prevista dalla legge, ma il creditore può contare su uno strumento di pagamento legale e sicuro. Il mancato pagamento della cambiale, infatti, consente al creditore di esercitare un’azione di pignoramento, senza dover agire in giudizio o ricorrere al decreto ingiuntivo.
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