Il Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia: tra storia e innovazione
Quando, nel dicembre del 1955 a Spilimbergo (PN), Italo Zannier e altri sei fotografi diedero vita al Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia, nessuno avrebbe potuto prevedere che in quegli stessi luoghi, trent’anni dopo, sarebbe nata un’esperienza ricca di conseguenze per la divulgazione della cultura e della pratica fotografica ben oltre i confini nazionali.
La virtuale filiazione tra la vicenda del Gruppo friulano (oltre al già citato Zannier, Aldo Beltrame, Carlo Bevilacqua, Gianni Borghesan, Giuliano Borghesan, Toni Del Tin, Fulvio Roiter) con l’istituzione del CRAF (Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia) è connessa con quella fortunata stagione e con alcuni dei suoi principali protagonisti, per la nascita di un’istituzione regionale deputata alla promozione della fotografia, da cui, meno di un decennio più tardi, il CRAF è il risultato materiale.
La sua gestazione, tuttavia, richiese ancora tempo, quello necessario a veicolare verso il progetto risorse scientifiche ed economiche, amministrative e istituzionali. Nel 1993 finalmente i tempi si rivelarono maturi.
La prima sede fisica, Villa Ciani, fu messa a disposizione a Lestans dal Comune di Sequals, centro operativo fino al 2009, quando si decise di affiancare la sede di Palazzo Tadea, nel contesto del castello di Spilimbergo, che oggi ospita gli archivi, il laboratorio di restauro e gli uffici amministrativi, lasciando a Villa Ciani la prestigiosa biblioteca che conserva oltre 12.000 monografie esclusivamente dedicate alla fotografia e 50.000 numeri di riviste specializzate nello stesso settore. Dal 2014 (L.R. 16) il CRAF diventa polo di riferimento per la ricerca, archiviazione, conservazione, digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio fotografico regionale.
Nei suoi oltre trent’anni di attività, il CRAF ha rappresentato per la regione Friuli Venezia Giulia, ma anche a livello nazionale, una straordinaria e invidiata eccellenza nella promozione, studio e tutela del bene fotografico, capace di intrattenere stabili relazioni con le principali istituzioni fotografiche internazionali, dal MoMa e l’ICP di New York, al Bauhaus di Dessau, al Musée de l’Elysée di Losanna e con numerose Università e Istituti Italiani di Cultura nel mondo. Non si contano i docenti dei corsi promossi dal CRAF:
Le oltre 200 esposizioni prodotte o veicolate all’interno dell’annuale rassegna “Friuli Venezia Giulia Fotografia”, che ha spesso fatto accostare Spilimbergo alla cittadina provenzale di Arles, patria dei famosi “Les rencontres de la photographie”, hanno saputo spaziare dai grandi protagonisti della storia della fotografia (Capa, Cartier-Bresson, Fox Talbot, Scianna, De Biasi, Kertész, Berengo-Gardin, Doisneau, Patellani, Klein, Gasparini, Guidi, Koudelka, Crocenzi, Giacomelli) alla scoperta del lavoro di giovani fotografi, di collezioni pubbliche e private, di temi e movimenti, dalla fotografia documentaria a quella di ricerca, senza preclusioni o preconcetti, prodotti espositivi che sono stati poi largamente veicolati nel circuito internazionale, nei musei e nelle gallerie più prestigiose del mondo.
Al futuro sono riservate molte scommesse. Sarà necessario affrontare lo studio dei numerosi archivi di fotografia digitali, conservare nuovi supporti informatici, gestire server sempre più impegnativi.
Banco BPM e CRAF sono accomunati da una presenza storica a Spilimbergo, e la relazione commerciale facilita l’attività di gestione amministrativa di CRAF con il supporto del conto corrente dedicato all’associazione. L’evoluzione continua la tradizione.
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